"E ho fantasia e posso anche volare, la fantasia lo sai mi fa volare."
Una frase meravigliosa di una canzone meravigliosa. E questo basta per descrivere il blog: un foglio bianco su cui incidere lentamente ogni piccolo granello di sensazione rilevata dal mio piccolo cuoricino.

martedì 28 agosto 2012

Mi capita a volte

di sentirti lontano,
come se non mi appartenessi più.
Mi sdraio sul mio letto, fisso il soffitto, e piango.
Non riesco a spiegarmi la malinconia che mi assale,
non so capire ciò che provo.

E' come se sentissi il mio cuore vuoto,
è come se mi tuffassi in mare senza saper nuotare.
Mi sento morire.
I muscoli tesi in cerca di un appiglio
le lacrime che si mischiano all'acqua salata
e la paura di perdere tutto ciò che di più caro sono riuscita ad ottenere nella vita.

E' come se sentissi il mio cuore vuoto,
è come se mi lanciassi da un aereo a miglia dal suolo
e cominciassi a precipitare senza riuscire ad aprire il paracadute.


lunedì 27 agosto 2012

Day 5 - Una foto del posto che ti rende felice.


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Day 5- una foto del posto che ti rende felice

Non c'è un posto preciso che mi rende felice.
Però ogni volta che riesco a vivere un cielo come questo o un paesaggio meraviglioso mi sento piena di gioia. 
Quando fotografo meraviglie di questo tipo mi sento sempre fortunata, 
e riesco a trovarci qualcosa di magico.

venerdì 24 agosto 2012

Il silenzio fra paura e riflessione

Per l’uomo il silenzio ha sempre ricoperto fondamentalmente due ruoli opposti: da un lato si presenta come momento positivo, in cui potersi concentrare, in cui poter riflettere e contemplare, dall’altro lato invece sembra uno scrigno contenente le paure e le preoccupazioni dell’uomo, un momento di smarrimento in cui vengono in superficie sentimenti negativi.
A supportare il primo ruolo del silenzio ci sono molte citazioni e aforismi che lo legano al concetto di saggezza. Ad esempio, Rabbi Akiva, rabbino e teologo israeliano, definisce il silenzio come “recinto della saggezza” ad intendere che i pensieri saggi riescono ad essere prodotti solamente in un atmosfera di silenzio, che in questo caso quindi è correlato ad un concetto di riflessione.
La stessa interpretazione è ripresa da Sa’di, poeta persiano, secondo cui l’attimo prima di un discorso è fondamentale perché esso abbia buon senso. Anche qui il silenzio è correlato ad un’idea di concentrazione e riflessione che permettano di generare un buon discorso sensato.
Concezione particolare è quella di Alfieri che, nella Vita scritta da esso, racconta dei suoi viaggi in giro per l’Europa e si sofferma a descrivere le lande selvatiche della Svezia e “un certo vasto indefinibile silenzio che regna in quell’atmosfera, ove ti parrebbe quasi di esser fuori dal mondo”. Secondo il titanico e pessimista poeta, la desolazione e il silenzio contribuiscono a creare un’atmosfera tale da ispirare “idee fantastiche, malinconiche ed anche grandiose” grazie alla sensazione di smarrimento che provocano nelle persone. In questa visione particolare di un momento silenzioso si colgono i due diversi aspetti che stiamo analizzando del silenzio stesso: innanzitutto l’assenza di disturbi e rumori fa sì che il poeta sia ispirato nella sua vena poetica e letteraria, ma allo stesso tempo fa sì che l’uomo si senta distaccato dalla realtà e quindi nascono anche pensieri malinconici, e in qualche modo quindi negativi.
In riferimento ad una concezione negativa del silenzio è doveroso citare il primo canto dell’Inferno di Dante: “dinanzi a li occhi mi si fu offerto chi per lungo silenzio parea fioco”. In questi due versi Dante correla la parola silenzio ad un significato traslato: il silenzio corrisponde al buio, all’assenza di luce che non permetteva a Dante di vedere la persona che sostava dinnanzi a lui. In questo senso, il concetto di silenzio è concepito negativamente, poiché Dante si trova in difficoltà è il silenzio della luce non gli da la possibilità di vedere ciò che sta accadendo.
Una riflessione molto interessante riguardo al silenzio è quella di Giovanni Farina, detenuto nell’istituto di pena di Catanzaro. Inizia con una frase significativa: “io conosco la felicità, nella contraddizione del silenzio”. In questa affermazione, Farina attesta la sua consapevolezza riguardo la dualità del silenzio. Subito dopo spiega di essere devoto al silenzio, di dargli ascolto. Nel suo “spazio vitale” ascolta il silenzio e cerca di riflettere su se stesso per poi poter interagire con gli altri. Ammette però che questo ascolto non è semplice, perché quando nel silenzio si riflette riguardo la propria condizione, riguardo se stessi in generale, non ci sono segreti e quindi si materializzano anche i problemi che tendiamo a tenere più nascosti. Per questo definisce il silenzio un ascolto faticoso. La conclusione della sua riflessione è enigmatica: “il silenzio è una porta e non è chiusa”. Con questa sentenza, Farina potrebbe riferirsi al fatto che l’uomo molte volte è spaventato dal silenzio e dai sentimenti negativi che suscita, ma dovrebbe comunque lasciarsi trasportare da quello stesso silenzio che è necessario e indispensabile per poter riflettere su se stessi e vivere pienamente.
In conclusione quindi è lecito affermare che il silenzio sia una fonte di preoccupazione e sentimenti negativi, ma allo stesso tempo è doveroso aggiungere che è anche un momento positivo in cui potersi conoscere senza segreti. A questo punto è semplice capire la citazione di Chaim Potok dal romanzo Denny l’eletto: “una parola vale una moneta, il silenzio ne vale due”.

Questa notte ti ho sognata.

Eravamo ad una festa, non so dove.
C'erano le bancarelle piene di cose buone da mangiare, e abbiamo deciso di prendere un hot dog, anche se a dire la verità non ne ho mai mangiato uno.
Ci siamo avvicinate al bancone e abbiamo ordinato due bei panini, io con aggiunta di maionese, e tu con aggiunta di ketchup, perché so che lo ami.
Poi abbiamo chiesto una Coca Cola. E non ne avevano.
Abbiamo girato tutta la piazza fra le bancarelle chiedendo una Coca Cola e nessuno ne aveva una.
Era come se non esistesse.
Però noi due eravamo lì, insieme.
E questa situazione mi ha fatto pensare ad una cosa:
dicono che la Coca Cola sia la ricetta per la felicità,
ma la mia ricetta per la felicità erano le nostre risate, insieme ai nostri abbracci e ai nostri soprannomi dolci.
Per questo la Coca Cola non c'era. Non ne avevamo bisogno.
Per essere felici bastavamo io e te. Nient'altro che io e te.


Mi sono svegliata.
Ho ripensato al tuo viso sorridente.
E la mia bocca si è piegata in un flebile movimento, simile ad un sorriso, mentre sulla mia guancia è scesa una lacrima.

La mia ricetta per la felicità erano le nostre risate, insieme ai nostri abbracci e ai nostri soprannomi dolci.
E adesso non ci sono più.
E con loro è svanita anche la gioia di vivere che avevi stivato nel mio cuore con tanta cura.

E' inutile che io continui a ripetermi che non ho bisogno di te: la tua mancanza resterà sempre parte di me.

Ti voglio bene, anche se magari non lo sai più...


mercoledì 15 agosto 2012

E poi ci sono quei brividi

provocati dalla tua mano che accarezza le mie gambe mentre guidi,
provocati dalle tue labbra che mordono dolcemente le mie orecchie,
provocati dal tuo sguardo compiaciuto quando siamo in intimità,
provocati dalle tue magiche dita quando stiamo per fare l'amore.
E quei brividi sono come edera rampicante, che sale piano su per la mia spina dorsale,
che si aggrappa ad ogni millimetro del mio corpo desiderando di crescere.
E quei brividi sono come piccoli spilli che trafiggono la mia carne senza farmi male.


Day 4 - Una foto di te, dieci anni fa.


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Day 4 - Una foto di te, dieci anni fa

Su questa foto vi dico un segreto: quando mio papà me l'ha scattata avevo in bocca una di quelle caramelle alla menta dure, che ci metti due ore a finirle se non le mordi.


lunedì 13 agosto 2012

Day 3: una foto del tuo libro preferito


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Day 3: una foto del tuo libro preferito

Amo questa trilogia perché la protagonista è una donna guerriera (Nihal).
Lei sa dove vuole arrivare, si prefigge un obiettivo e riesce a raggiungerlo.
Sulla sua strada incontra mille difficoltà, ma si ricorda di amare, di voler bene, di essere grata.
E' una persona onesta, ma fatta alla sua maniera: ha un carattere scontroso, lunatico, e fa tutto di testa sua, ma in realtà durante la sua vita cambia e riesce a rendersi conto di cosa sia giusto, e alla fine riesce a rinunciare al suo orgoglio.

sabato 11 agosto 2012

Day 2: una foto che ti rende felice


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Day 2: una foto che ti rende felice

In questa foto sono con Mishell e Gianni, due persone meravigliose che ho conosciuto durante un'esperienza estiva di volontariato. Indossiamo dei nasi rossi proprio perché quel giorno avremmo dovuto tenere una serata d'animazione per i bambini disabili di un padiglione della Nostra Famiglia. 
E' stata un'esperienza memorabile, e per il secondo anno di fila mi sono emozionata, stupita, divertita.
Stupendo, davvero.
Questa foto mi rende felice (sarà grazie ai nasi rossi??)

venerdì 10 agosto 2012

Day 1: una foto di te con dieci fatti


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Day 1: una foto di te con dieci fatti

1-Quando ero all'asilo facevo parte della fazione maschile. Prendevamo i vermi dal giardino e facevamo scappare le ragazzine che urlavano dalla paura!
2-Ho sempre avuto i capelli lisci. A 12 anni sono diventati mossi e a 14 erano boccolosi. Due anni dopo sono tornati ad essere lisci come sempre.
3-Scrivo racconti erotici
4-Sto passando il mio periodo "leopardato" per cui mi innamoro di ogni accessorio o vestito che abbia particolari maculati. Qualche tempo fa c'è stato il periodo blu!
5-Vorrei avere un soprannome come la maggior parte delle persone che conosco ma non ce l'ho. 
6-Ho cambiato 3 abitazioni durante la mia vita
7-So nuotare ma spingermi al largo nel lago mi spaventa
8-Mi piace portare gli occhiali, li preferisco alle lenti a contatto
9-Per studiare materie come storia, filosofia, letteratura, mi basta leggere il testo una volta e l'avrò stampato nella mia testa
10-Ho una grandissima memoria fotografica


giovedì 9 agosto 2012

Sfogo delle 22.11

Tu mi fai incazzare? E allora io scrivo.
Sono stufa di essere trattata come fossi spazzatura.
Sono stufa di sentirmi dire ogni giorno sempre le stesse cose.
Sono stufa del tono della tua voce quando me le dici.
Io non sono nata per assecondare i tuoi ordini, io sono qui per darti una mano quando ti serve.
Non mi devi ordinare di fare qualcosa, me lo devi chiedere. E dico devi perché è così che funziona.
Se vuoi che qualcuno ti dia un aiuto quando ne hai bisogno devi chiederglielo.
Quando ero piccola mi hai insegnato le "parole magiche": per favore, grazie.
Usale, e vedrai che forse le cose cambieranno.
Non voglio sentirmi dire brava, non voglio che ti complimenti con me quando faccio qualcosa, ma allo stesso modo non voglio sentirmi dire idiota e non voglio sentirmi urlare dietro se ho dimenticato di fare qualcosa.
E sai cosa c'è?
Che mi viene da piangere dal nervoso, perché avevo preparato una sorpresa per il tuo compleanno.
Era organizzata per domani ma adesso non mi va più di portarla a termine.
"Non me ne frega dei tuoi regali e sorprese di compleanno se poi non fai mai quello che devi fare"
...parole tue.
E se davvero è questo quello che pensi, beh allora così sia.
Niente sorpresa. Il regalo purtroppo l'ho già comprato... ma potrei sempre tenerlo in un cassetto ad ammuffire piuttosto che regalartelo e fartelo indossare.
Non ti ho mai sopportato, sei una persona piena di difetti.
Tutti sono pieni di difetti, anch'io, ma cerco di migliorare, e soprattutto cerco di far uscire anche qualche pregio ogni tanto, sforzo che tu provi a fare una volta all'anno.
"Non me ne frega dei tuoi regali e pensieri quando torni dal lavoro se poi quando mi parli non sei mai gentile"
...parole mie.
E da oggi ho intenzione di non provarci più. Non proverò più a sistemare le cose, non mi darò nessuna colpa, non mi infliggerò nessun "castigo" per sentirmi meglio, non ti farò nessuna sorpresa di alcun tipo, e ignorerò il fatto che sei così.

Non ho nient'altro da dire.
Nemmeno un "buon compleanno".

Nodo in gola


E vorrei solo piangere
e ascolto una voce dolce
che canta una poesia.

mercoledì 8 agosto 2012

Una lettera proprio per te


Cara Jessica, 
ti scrivo.
Si, è strano per te ma lo è davvero anche per me.
Tu sei lassù, in mezzo a candide nuvole di zucchero a velo, e io quaggiù, a vivere un'incasinata vita da adolescente comune. 
E ti scrivo perché ci potrei scommettere: se ci fossi tu, qui, le cose sarebbero diverse.
Condivideremmo la camera, ci scambieremmo pareri sui ragazzi, ci racconteremmo ciò che ci succede ogni giorno. Litigheremmo anche, di sicuro. Forse sarebbe l'usanza più comune nel nostro rapporto. 
Ma la vuoi sapere una cosa? Amerei litigare con te. 
Amerei il fatto che tu potessi urlarmi dietro e io potessi arrabbiarmi con te, semplicemente perché per come ti immagino io so che poi torneremmo ad essere migliori amiche.
Ogni volta che t'immagino hai tante treccine lunghe in testa. Con elastici colorati.
E porti molte collane in stile "surf americano". Hai presente? Quelle con i dischetti di legno colorato, che si usano soprattutto in estate. 
Ti immagino con il seno più prosperoso del mio e con qualche chiletto in più.
Ti immagino meravigliosa.
E la vuoi sapere una cosa buffa? 
Nessuno sa che io ti immagino. 
Nessuno sa che nel silenzio della mia stanza a volte immagino come sarebbe se ci fossi anche tu. 
Se tutti quei gingilli, le bambole di pezza, i disegni, i peluche, i libri, non fossero solo miei.
Sarebbe bello se tu fossi restata, se io ti avessi potuta conoscere.
Sarebbe bello se alla domanda "hai qualche sorella?" io potessi rispondere "si, ed è meravigliosa".
Sarebbe bello, anche se magari saresti l'opposto di come ti immagino.
Perché comunque so che saresti meravigliosa. 
Beh, direi che questa lettera assurda è giunta alla fine. 
Prima di salutarti un'ultima cosa: non perdermi mai di vista, dal cielo sereno, dammi un aiuto se puoi, e fai in modo che io continui ad immaginarti perché è un passatempo che mi rende felice.

Un abbraccio al vento, sperando che arrivi fin lassù, dove il sole è più caldo e le stelle più luminose.

@lice

mercoledì 1 agosto 2012

Eccoci all'ultimo episodio...


18.11 di questa calda giornata d'estate.

E' appena finita l'ultima puntata dell'ultima serie di O.C.
Sto piangendo come una fontana!

Non riesco a farne a meno: l'ultima puntata è sempre piena di sorprese, flashback, ricordi, realizzazioni... E resta quella malinconia che ti fa sperare che un giorno potrai vivere momenti del genere...

E' surreale che in un telefilm ritrovi tante situazioni che ti sei trovato a vivere, o che vivrai sicuramente nella tua vita, e sai che saranno semplicemente così, nella realtà come nel telefilm...


E da questo stupido e palloso telefilm ho imparato una cosa: tutto accade perché deve accadere, e se lo vogliamo davvero, prima o poi accadrà. Basta aspettare il momento giusto.

...


E quando ho visto il matrimonio di Summer e Seth non ho potuto non aumentare le lacrime!